Dall’inizio dell’anno sono state vendute 29.230 tonnellate del formaggio simbolo d’Oltralpe contro 33.170 tonnellate
La Francia ama sempre più i prodotti made in Italy.
A testimonianza di questa dilagante passione, un sorpasso storico: i consumi di mozzarella superano per la prima volta quelli del camembert, il formaggio-simbolo del Paese d’oltralpe. Nella patria dei formaggi “la curva delle vendite di camembert, in calo regolare del 3% all’anno, è passata al di sotto delle vendite di mozzarella che conosce, da parte sua, una crescita annuale del 5%”, spiega al quotidiano Le Figaro, Fabrice Collier, presidente di un sindacato che riunisce produttori di camembert della Normandia.
I volumi consumati nel 2020
“Dall’inizio dell’anno, fino all’11 settembre, sono state vendute 29.230 tonnellate di camembert contro le 33.170 tonnellate di mozzarella”, aggiunge l’esperto. Contrariamente ad un pregiudizio diffuso in Italia, i francesi non provano alcuna rivalità nei confronti degli italiani ma, al contrario, moltissimi di loro nutrono nei confronti dell’Italia profondo amore ed ammirazione. A cominciare dalle specialità gastronomiche del Belpaese, di cui sono ghiotti: non è un caso che Parigi pulluli di ristoranti italiani – sempre più distinti su base regionale – e che i supermercati della Francia abbondino di ogni tipo di prodotto italiano. I francesi, oltretutto, sono i primi consumatori di pizza al mondo.
Sindacati francesi preoccupati per il futuro della filiera
“Mai come oggi le specialità culinarie italiane sono state apprezzate nel mondo, in particolare, in Francia”, sottolinea Le Figaro, secondo cui l’uso dei due formaggi – camembert e mozzarella – non è però lo stesso. “Il primo è più un formaggio da vassoio mentre il secondo è un formaggio da cucina”, azzarda il presidente della SNFC, in questa sua teoria tutta da dimostrare. Per il giornale, il camembert verrebbe consumato al ristorante o durante pranzi a domicilio più tradizionali mentre la specialità italiana verrebbe usata per “numerosi piatti facili da preparare e più di tendenza“. Collier è comunque preoccupato per l’avvenire: “Negli anni ’80 producevamo in Francia 180.000 tonnellate di camembert di cui una parte veniva esportata, ovvero il doppio di oggi. Con il divieto di ogni riferimento alla Normandia per i camembert pastorizzati, siamo particolarmente preoccupati per il futuro della filiera”.