Il vino racconta la storia di famiglia e s’intreccia con quella della sua terra, dei suoi vigneti e dei suo vini

La cantina Pomario è stata concepita con modernità, conservando però lo stile di un antico casale, nel rispetto del territorio e l’attenzione agli equilibri ambientali.

Iniziata nel 2005, Pomario è una giovane realtà vitivinicola, a conduzione familiare con i conti Spalletti insieme ai figli Andrea e Raimonda, che si trova in provincia di Perugia nel comune di Piegaro in prossimità di Monteleone di Orvieto, nella zona di confine tra la Toscana e due importanti areali Umbri: quello dei colli Orvietani e quello dei colli del Trasimeno e gode di un clima particolarmente favorevole per la coltivazione della vite.

“Aristocratici” in quanto la famiglia Spalletti Trivelli discende direttamente da Venceslao Spalletti Trivelli – Rasponi, nipote di Carolina Bonaparte, quali avi e detentori della proprietà dall’inizio del 1900. Fin da allora la famiglia ha bene espresso un’imprenditoria femminile che ora vede in cantina donne nei ruoli tecnici con l’enologo Mery Ferrara e l’agronomo Federica De Santis.

La cantina tutta Bio al femminile

L’azienda agricola Pomario nasce da un’idea della famiglia Spalletti Trivelli, da sempre legata alla produzione di vino, che nel 2004 decisero di ristrutturare il rudere in cui adesso si trova la cantina, dopo averne intuito le potenzialità. Il casale di Pomario, infatti, è circondato da 50 ettari di verde incontaminato, di cui 40 di bosco, che i conti Spalletti Trivelli hanno deciso di gestire secondo i dettami dell’agricoltura biologica e biodinamica, mantenendo inalterati gli equilibri naturali. Con una produzione di circa 40mila bottiglie annue, la cantina dell’azienda Pomario annovera nella sua produzione vini fortemente legati al territorio come l’Umbria IGT, nella tipologia bianco e rosso.

A Pomario si arriva da una sola strada fatta di piccoli sassi bianchi, che si snoda attraverso un folto bosco. Il paesaggio intorno è invisibile e il silenzio quasi irreale trascende l’immanenza. Il bosco viene interrotto da una vecchia vigna, con anarchiche forme segnate dal tempo di filari vissuti, memori di infinite vendemmie. Avvolti nella nebbia degli ulivi, tronchi irregolari, afferrano la terra, imprigionandola tra i rami. Si giunge così al casale dalle linee architettoniche perfettamente integre e dai tagli precisi di pietra; un “archetipo” di casa rurale, non abitata da decenni, ma pronta a riprendere vita.

Da tempo il conte Giangiacomo aveva il desiderio di riprendere la tradizione familiare legata al, vino, risalente a fine Ottocento. Venceslao Spalletti Trivelli, senatore del Regno assieme alla moglie Gabriella Rasponi, nipote di Carolina Bonaparte, decisero di comprare un’azienda in Toscana dove successivamente il figlio Cesare, nonno di Giangiacomo, iniziò la produzione di un Chianti molto rinomato. Chi lo ha bevuto, ancora si ricorda chiaramente e con molto piacere, il Chianti Spalletti, prodotto fino ai primi anni ‘70.

I conti Giangiacomo e Susanna decisero di tornare a fare un sopralluogo a Pomario, in una limpida giornata d’inverno e si innamorarono definitivamente di quel poggio molto luminoso ed isolato dal resto del territorio, elevato a 500 metri sul livello del mare, dove il panorama si perde verso l’infinito.

Il sogno di un casale in collina, nella quiete della natura, dove la coltivazione non è solo passione ma esercizio di pazienza da costruire giorno per giorno, stava prendendo forma.

Reimpiantarono i vigneti, ristrutturarono integralmente la tenuta e iniziarono le prime sperimentazioni in cantina, grazie all’aiuto di Federica De Santis, agronoma, e Mery Ferrara, enologa.

La prima vinificazione a Pomario, nel 2009, venne fatta nella rimessa degli attrezzi: un tonneau di Sangiovese e una barrique di Trebbiano e Malvasia: i futuri Sariano e Arale. Da questi si capì da subito il potenziale dei vini e del territorio.

Nel 2010 la vinificazione si ripeté con le medesime quantità. Qualcuno consigliò di inviare dei campioni al concorso di Decanter e Sariano, che con grande sorpresa, vinse la medaglia d’argento. Da allora Sariano non ha mai lasciato la medaglia, destreggiandosi sempre tra il bronzo e l’argento, ai Decanter World Wine Awards.

Nel 2011 fu la volta dell’olio di Pomario, che ottenne il certificato biologico. Allora le olive venivano portate a fine giornata in un frantoio non lontano. Per esaltare ancor più la qualità di questo prodotto, venne acquistato un piccolo frantoio che consentiva di frangere le olive entro un paio d’ore dalla raccolta. Da allora la qualità dell’olio extravergine di Pomario è stata più volte ricompensata negli anni da importanti riconoscimenti come le 3 foglie del Gambero Rosso, le 5 gocce di Bibenda e, in ambito internazionale, con una medaglia d’argento al Concorso internazionale di Parigi AVPA.

Riinizia così la storia del poggio di Pomario, che grazie a Giangiacomo Spalletti Trivelli e Susanna d’Inzeo ha ripreso vita: quel luogo nelle campagne umbre, al confine con la Toscana, tra i colli Orvietani e il Lago Trasimeno, che oggi è l’Azienda Agricola Pomario, di 230 ettari complessivi di cui 9 ettari a vigneto nel poggio incantato, suddivisi tra Vigna Vecchia,Vigna Nuova, entrambe con uve Sangiovese, Trebbiano e Malvasia con l’aggiunta di 3000 metri di un clone bordolese di Merlot, e “Le Terrazze”, 8000 metri di terrazzamenti impiantati con Sauvignon Blanc e Riesling renano, dedicati alla produzione di vino muffato.

«I vini buoni sono tantissimi. Noi cerchiamo –afferma Giangiacomo Spalletti Trivellidi dare ai nostri vini personalità, legando la produzione ad un filo conduttore che parla di questo territorio. Amiamo questo posto e vogliamo che i nostri prodotti trasmettano l’amore per questa terra».

Ogni vino ha un nome legato al territorio, con attenzione anche ai piccoli volatili protagonisti della scena faunistica del luogo.

Rondirose, il rosè da uve di Sangiovese, Merlot e una piccola percentuale di Ciliegiolo, è ispirato alle rondini che volano sui roseti della tenuta.

Batticoda, da uve Grechetto e una piccola percentuale di vitigni a bacca bianca, è il nome comune della Ballerina Bianca, che con le sue movenze sinuose si fa strada tra i campi di vite.

Rubicola deriva dal latino Rubecula, che significa pettirosso. Questo vino dal colore rosso vivo, frutto di una vendemmia precoce, nasce da uve di Sangiovese e Merlot.

Arale invece, è il nome del monte che sovrasta la vigna storica, di almeno 50 anni di età, piantata a Trebbiano e Malvasia. Questa è stata reimpiantata nelle parti mancanti con i cloni dalla vigna originaria.

Il filo conduttore della storia e della filosofia dei conti Spalletti Trivelli abbraccia quella di Sariano, un Sangiovese in purezza, che nasce dalle vecchie vigne di oltre 40 anni di età. Questo prende il nome di una proprietà di famiglia del 300-400 in provincia di Rovigo, Castello Di Sariano appunto, utilizzato dagli estensi come casino di caccia.

Una nota a sé merita il Muffato delle Streghe. Voluto fortemente dalla contessa Susanna d’Inzeo, incoraggiata dallo staff femminile dell’azienda (le Streghe di Pomario), l’enologa Mery Ferrara e l’agronoma Federica De Santis.

Un nome particolare per un vino speciale; un nettare alcolico ottenuto grazie alla muffa nobile, Botrytis Cinerea che cresce benissimo nel vigneto delle streghe. Impiantato nel 2010, con le sue terrazze degradanti verso il bosco, si presta, in modo particolare, grazie alle viti di Riesling e Sauvignon Blanc, alla produzione di questo vino. In autunno, infatti, la nebbia rimane ferma nelle terrazze fino alla tarda mattinata, creando un’atmosfera “stregata” e dirada lentamente verso il bosco, lasciando spazio a pomeriggi assolati e ventilati.

Lasciamoci sedurre dai vini, dall’Olio Evo e dall’esclusivo Muffato, presentati al ristorante Il Liberty e raccontati dalle donne che li creano:

Rondirose Umbria Rosato biologico I.G.T. 2022

Uvaggio, Merlot (70%), Sangiovese (20%), Ciliegiolo (10%). Le uve, impiantate nella zona più soleggiata e ventilata dell’azienda, vengono raccolte quando ancora l’acidità è sostenuta e la buccia ha appena cominciato a cedere il colore. Pressatura e macerazione per poche ore a temperatura controllata ed in parte salassate.

La fermentazione ad opera dei lieviti autoctoni procede in acciaio, alcuni travasi e una leggera filtrazione prima di venire imbottigliato. Colore rosa tenue luminoso, al naso fruttato di amarena e fragoline, ciliegie, con note floreali di rosa canina, fiori di pesco e gerani leggera speziatura di caffè, al palato fresco su note dolci fruttate con lodevole persistenza e chiusura sapida.

Batticoda Umbria biologico I.G.T. 2021

Grechetto e altre varietà a bacca bianca locali. Proveniente da un vigneto scosceso, sassoso e assolato, dove già a fine agosto le uve manifestano i profumi caratteristici di questo vitigno, dopo la raccolta manuale le uve vengono diraspate e immediatamente pressate. Segue il travaso in acciaio dove la fermentazione avviene liberamente.

Con le temperature invernali il vino matura e si chiarifica senza l’ausilio di prodotti di origine animale. Imbottigliato a fine inverno dopo una leggera filtrazione. Colore giallo paglierino tenue, al naso fruttato con pesca bianca, vira poi verso note di biancospino, fiori di campo, salvia. Il sorso è fresco, agile, con grande scorrevolezza di beva, tornano le note olfattive con un finale sapido.

Arale Umbria Bianco biologico I.G.T. 2020

Uvaggio, Trebbiano (80%) e Malvasia (20%). Sicuramente una perla dell’azienda. Proveniente da una vigna costituita da antiche varietà di Trebbiano e Malvasia. recuperate dal vecchio vigneto dismesso di circa 50-55 anni. La raccolta avviene la mattina presto nel mese di ottobre. Il mosto viene lasciato in macerazione con le bucce fino ad alzata di cappello, successivamente vengono pressate e messe a fermentare in barriques con l’inoculo di lieviti autoctoni.

Gli unici interventi effettuati sono dei batonage giornalieri, la prima sfecciatura grossolana avviene solo al termine delle fermentazioni alcolica e malolattica, Si procede poi con ulteriori quattro pulizie annuali in maniera ad ottenere un vino pulito e pronto per l’imbottigliamento dopo una leggerissima filtrazione. Colore giallo dorato intenso e luminoso, il profilo olfattivo è intenso con note floreali di fiori gialli di gelsomino e fruttato con sensazioni agrumate, al palato avvolgente, si fa strada con bella freschezza sapida che rendono coinvolgente la beva.

Rubicola Umbria Rosso biologico I.G.T. 2020

Proviene principalmente da uve Sangiovese (80%) con aggiunta di Merlot (20%), frutto di una vendemmia precoce. Dopo la vendemmia il mosto viene lasciato fermentare naturalmente a contatto con le bucce per un lungo periodo, rinfrescato di tanto in tanto solo da qualche dèlestage. Una volta svinato matura in vasche di acciaio. Il freddo invernale ne facilita la chiarifica senza l’ausilio di prodotti di origine animale e l’imbottigliamento avviene ad inizio primavera.

Colore rubino vivace, al naso eleganti note fruttate fragola, lampone, arancia sanguinella e bergamotto, sentori floreali di rosa canina e violetta, al palato la freschezza domina il sorso con buona acidità e tannino in equilibrio di ottima trama finale persistente sulle note fruttate e floreali olfattive.

Sariano Umbria Rosso biologico I.G.T. 2018

100% Sangiovese. E’ un vino molto elegante che esprime alla perfezione il territorio di provenienza situato tra i colli del Lago Trasimeno e i colli Orvietani. Coltivato in vecchie vigne di oltre 40 anni. Uve selezionate con potatura a bassa produzione e diradamenti selettivi, fermentazione spontanea a temperatura controllata, con lieviti autoctoni in vasche di acciaio da 25 ettolitri, al termine della fermentazione e della prolungata macerazione segue passaggio in botti di rovere da 25 ettolitri con fermentazione malolattica, rimane nel legno insieme alle fecce fino a marzo dell’anno successivo.

Dopo il primo travaso il vino torna nel legno nel quale rimane fino al momento dell’imbottigliamento che avviene dopo una leggera filtrazione. Colore rosso granato, al naso complesso con note fruttate con ciliegia e prugna matura, piccoli frutti rossi ribes e lampone, leggere sensazioni di arancia, chiodi di garofano e cannella su di un tappeto di sottobosco. Deciso e aromatico dal retrogusto fruttato e con sentore deciso di chiodo di garofano che accompagna la tannicità del vino. Chiusura duratura e coerente con una sottile scia amaricante.

Muffato delle  Streghe Umbria Bianco Passito I.G.T. 2019

Varietà: Riesling e Sauvignon Blanc. Affinamento in legno per circa 3 anni.

Dulcis in fundo, il lato dolce del vino è affidato al Muffato delle “streghe” biologico, seducente veste dorata di luminosa vivacità, sentori di miele di acacia, albicocca candita, spezie e caramello sono dovuti alla muffa nobile (Botrytis Cinerea) che si forma sulle uve, avvolte nella nebbia autunnale. Un delizioso vino da dessert perfetto in combinazione con foie gras e formaggi stagionati piccanti che riposa in legno per due, tre anni. Colore giallo dorato brillante. Al palato è armonico, ben strutturato, ricco e avvolgente, speziato e dal persistente finale agrumato.

Questa linea di vini di gran classe ed eccezionale raffinatezza, che rappresentano alla perfezione la ricchezza enologica di Pomario, si abbinano divinamente alle creazioni del talentuoso chef patron de Il Liberty, Andrea Provenzani: Tartelletta calda allo stracchino con mortadella e pistacchi, Risotto alla Milanese, midollo e liquirizia, Petto di faraona al Marsala e fave di cacao e Cheesecake ai lamponi, degno abbinamento ad un passito esemplare come il Muffato delle Streghe.

Pomario produce anche l’olio sempre con lo stesso modus operandi vicino alla tradizione

I terrazzamenti naturali della tenuta di Pomario, che dall’apice della collina degradano verso il bosco, sono l’habitat ideale per gli olivi, numerosi e perfettamente integri, nonostante l’età secolare.
 E’ stato quindi sufficiente aggiungere nuove piante per ottenere un oliveto produttivo e sano. Le principali varietà sono le classiche presenti in Umbria con predominio di Frantoio e Moraiolo (70%), Leccino (25%) e impollinatori vari.

Il filo conduttore che lega persone, progetti, filosofie di lavoro e di vita si chiude. Tutto questo è Pomario, una testimonianza di amore per l’essere e l’avvenire.

Cantina Pomario, Località Pomario – 06066 Piegaro (Pg)

Tel. 075 8358579 www.pomario.it