A conclusione dei lavori del G7 Sviluppo, siglato protocollo d’intesa tra il ministero degli Affari esteri e l’Anci per la promozione del turismo delle radici in tutti i comuni italiani, in particolare quelli più piccoli a rischio decrescita e spopolamento

E’ stato siglato a Pescara, in conclusione dei lavori del G7 Sviluppo, il protocollo d’intesa tra il ministero degli Affari esteri e l’Anci per la promozione del turismo delle radici in tutti i comuni italiani, in particolare quelli più piccoli a rischio decrescita e spopolamento.

“Ringrazio il ministro e vicepremier Antonio Tajani per il suo costante impegno, per la vicinanza concretamente dimostrata nei confronti dei Comuni italiani, e perché non esiste cornice più adatta di un G7 Sviluppo per sottoscrivere un accordo come questo,  volto allo sviluppo dei territori, dinanzi al Sindaco Masci e ad un centinaio di sindaci abruzzesi” ha  dichiarato in apertura dei lavori Roberto Pella, presidente Anci.

L’ anno delle Radici 2024 sta volgendo al termine ma solo sulla carta, e attraverso la sottoscrizione di questo protocollo triennale Maeci e Anci proseguiranno nella proficua attività di promozione congiunta del turismo delle radici con l’intera platea dei Comuni italiani. Come Anci siamo da anni impegnati su questo tema e siamo grati al ministro Tajani e ai suoi consiglieri, che sono anche sindaci, Antonio Corsi e Gianluigi Tombolini, per aver condiviso appieno la necessità di proseguire quanto sin qui fatto per promuovere l’incoming dei discendenti di italiani nei territori d’origine. Una platea di riferimento pari a 80 milioni di viaggiatoriha sottolineato Pellacon un impatto potenziale di 65 miliardi di euro di spesa diretta che può arrivare fino a 141 miliardi di euro se si considera il moltiplicatore economico del turismo”.

“Siamo certi che grazie a questo protocollo e al Turismo delle Radici sarà possibile valorizzare aree meno conosciute e piccoli territori rurali e montani del nostro Paese, che possono così colmare il loro divario di crescita economica e promuovere il vasto patrimonio materiale e immateriale, storico, artistico, della tradizione popolare ed enogastronomica che li contraddistingue”, ha concluso il presidente dell’Anci.