Nella culla delle Terre del Negroamaro, a Guagnano, nasce il progetto enologico fondato da Giuseppe Rizzo e dal suo team.
La sua prima bottiglia nel 2017, Black di Twelve un blend da uve a bacca rossa di Negroamaro impreziosita con un 30% di Primitivo, un vino di grande eleganza e struttura. Le migliori uve di Negroamaro e Primitivo vengono selezionate e vendemmiate a mano per poi essere vinificate in riduzione per preservarne i preziosi aromi. La fermentazione del Negroamaro viene condotta con lieviti selezionati in vinificatori di acciaio a temperatura controllata, seguita da un affinamento in barriques di circa 4 mesi. Il Primitivo, invece, viene vinificato ed affinato esclusivamente in vasche di cemento vetrificato. L’attenta conduzione della vinificazione ed il completo monitoraggio di ogni singola fase produttiva precedono l’assemblaggio del vino ed il suo ulteriore affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi. Con lo stesso uvaggio viene declinato in rosa e prende vita così Virò IGT Salento dal colore rosa cerasuolo che incanta e ammalia i palati più esigenti.
Intanto Giuseppe Rizzo decide di girare l’Italia e bussare nella terra dove lo spumante lo sanno fare bene, in Veneto e qui acquista le uve migliori di Chardonnay e Pinot Nero, creando Twelve Metodo Charmat Lungo in versione Brut con 9g/l. di residuo zuccherino.
Dal colore giallo paglierino brillante, vivacizzato da un perlage fine e persistente ed una cremosità ricca ed invitante.
Il profumo richiama eleganti note floreali e frutta bianca polposa di pesca. Il sorso è asciutto, fresco ed appagante, con rimandi di agrumi e pesca ed un finale gradevolmente amaricante. Perfetto come aperitivo.
Giuseppe Rizzo racconta nell’assemblaggio la sua identità, peculiarità e cifra stilistica.
Nel frattempo altre referenze si aggiungono alla preziosa collezione, perciò Giuseppe pensa che è arrivato il momento di presentare ufficialmente alla stampa e ai clienti, i suoi gioielli.
Al Ristorante Nautilus Garden Lecce della famiglia Villanti è andata in scena una cena-incontro in cui, alcune etichette, hanno trovato la giusta collocazione in abbinamento ai piatti selezionati da GianMarco, padron e maitre della struttura, stabilendo il percorso proposto agli ospiti invitati. In questa cornice raffinata, per l’occasione, a Paola Restelli, Wine Strategic Ambassador la conduzione della serata ed è stato lanciato, in anteprima assoluta ed esclusiva, il nuovo Metodo Classico Twelve Nature, da uve di vitigni autoctoni di Fiano 75% e Aglianico vinificato in bianco per il restante 25%, dosaggio zero.
Il suo processo produttivo si definisce con le uve raccolte anticipatamente, per ottenere e preservare l’acidità. La vendemmia, rigorosamente manuale in cassette avviene nella prima decade di settembre per l’Aglianico e prima decade di agosto per il Fiano.
Le uve vengono vinificate separatamente poiché diverse sono le epoche di raccolta. I mosti fermentano in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata.
Agli inizi di marzo avviene la rifermentazione in bottiglia con l’aggiunta di lieviti selezionati per la presa di spuma, secondo il metodo classico; le bottiglie riposano a temperatura controllata, intorno ai 16°C per almeno 36 mesi, dopo la sboccatura segue un ulteriore affinamento in bottiglia di almeno 6 mesi.
Risultato di una lunga ricerca stilistica mirata all’esaltazione delle potenzialità dell’Aglianico vinificato in bianco, impreziosito dalla struttura equilibrata ed elegante del Fiano. Il giallo paglierino risplende fulgido nel calice, con un perlage fine, persistente e lungo.
Il profilo olfattivo è ampio, fruttato e floreale, con fondo di crosta di pane, pasticceria, note minerali e cenni di erbe balsamiche. Il sorso è fresco, cremoso e fragrante, complesso e setoso, molto equilibrato e gradevolmente amaricante nel finale con i sui 12,5% di titolo alcolometrico, carezzevole e fine. In abbinamento al foodpairing baccalà al vapore su scarola saltata e fonduta di Parmigiano Reggiano, matrimonio perfetto.
Ha trovato il giusto abbinamento anche con il primo piatto gnocchetto fatto a mano con crema di bufala e spuma di Patanegra. Il viaggio prosegue e gli ospiti godono dell’atmosfera e della bellezza delle etichette degustate, ancora una volta esaltate da Paola Restelli che ci accompagna nel racconto.
E’ la volta del vino Black di Twelve che vi ho descritto all’inizio e qui l’abbinamento con la seconda portata a base di carne, maialino da latte cotto a bassa temperatura nel vino stesso, su crema di patate alla barbabietola e la sua riduzione ai frutti rossi, esplode in tutta la sua bellezza. La potenza e l’eleganza di Black di Twelve attrae e conquista, i sapori ben amalgamati e arditi degli ingredienti si armonizzano perfettamente, lasciando dopo il sorso, la bocca pulita, asciutta e, magicamente invoglia a continuare a bere. Qualcuno azzarda l’abbinamento con il metodo classico…si sa che, ormai, sperimentare, giocare, osare in questo mondo enoico, è permesso.
Dulcis in fundo, lasciamo spazio ai desideri, quelli più golosi e raffinati ed ecco che la piccola pasticceria Mignon alla francese incontra Twelve Gumé Salento IGP passito vinificato in purezza da uve di Negroamaro ad alberello. Vendemmia manuale tardiva verso la fine di ottobre per favorire la concentrazione di zuccheri, la vinificazione prevede una lenta e lunga macerazione con fermentazione a temperatura controllata.
Al raggiungimento dell’equilibrio perfetto tra alcool, acidità e zuccheri, il mosto viene filtrato in maniera sterile per eliminare interamente i lieviti responsabili della fermentazione, affinamento in barriques di rovere francese per almeno 6 mesi. Nettare concentrato e denso, dalla fitta trama rubino, dal naso complesso, di frutti rossi maturi, ciliege e more, confettura di prugna, scorze di agrumi canditi, cenni di fichi secchi ed effluvi di vaniglia. Il sorso è avvolgente, teso da una vivida freschezza e da un tannino vellutato. Non stucchevole, finale di notevole persistenza e freschezza.
I vini Twelve non si acquistano nelle enoteche o nella G.d.O., non ci si avvale di agenti di commercio per la distibuzione, lì troverai soltanto nei ristoranti affiliati e fidelizzati.
Sai perché? Per Giuseppe Rizzo si tratta mai solo di clienti e trattative commerciali, ma di una collaborazione, di un momento di crescita reciproca, di un passo fatto insieme verso la promozione di un territorio e perciò verrà personalmente da te.
Essere presente in pochi ristoranti, vedere le sue bottiglie posizionate, cercare negli sguardi del cliente la convinzione e l’approvazione, lo rende orgoglioso e fiero.
Per Giuseppe Rizzo e il suo team, Twelve, è un progetto unico e speciale, da custodire come uno scrigno prezioso.