Approvato il Protocollo d’Intesa
Approvato in Giunta comunale il protocollo d’Intesa finalizzato all’attivazione del percorso per la realizzazione del “Biodistretto di Parma” tra Comune di Parma, Provincia di Parma, Università degli Studi di Parma, Comune di Neviano degli Arduini, Polo Scolastico Agroindustriale Itis Galilei-Itas Bocchialini, Centro Agroalimentare e Logistica di Parma, Associazione di Promozione Sociale Parma Sostenibile e Distretto di Economia Solidale di Parma APS.
Il percorso porterà alla creazione di un biodistretto finalizzato a promuovere prodotti e pratiche di sviluppo sostenibile in ambito agroalimentare nella provincia di Parma, basandosi sull’agricoltura biologica e sull’agroecologia, in linea con le strategie “Farm to Fork” e “Biodiversity 2030” dell’Unione Europea e con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Il protocollo d’intesa è aperto ad altri soggetti che faranno richiesta di adesione. In particolare potranno aderire i comuni della provincia di Parma, le associazioni di categoria del settore agricolo, cooperativo, degli artigiani, della ristorazione, dell’industria, del turismo, del commercio e dei consumatori, nonché enti che si occupano di sviluppo territoriale, enti del Terzo Settore, enti che si occupano di ricerca e/o sperimentazione nel settore agroalimentare, enti che si occupano di formazione nel settore agroalimentare, enti che si occupano di certificazione nel settore “biologico” , consorzi di tutela del settore agroalimentare.
Sarà quindi avviato un percorso partecipato insieme a soggetti pubblici e privati che operano nelle varie fasi della filiera: produzione, trasformazione e lavorazione, logistica e commercio, ristorazione, il consumo, la ricerca e la formazione.
Il Protocollo avrà durata di due anni dalla data di sottoscrizione dei Soggetti Promotori, con possibilità di rinnovo.
Soddisfatto Sebastiano Pizzigalli, delegato alle Politiche Agricole e ai rapporti con il Territorio che da tempo lavora alla realizzazione del Biodistretto di Parma in sinergia con gli altri promotori: “L’obiettivo è quello di unire realtà diverse che fanno parte della filiera del biologico, connotando così il prodotto locale anche con una forte accezione di sostenibilità ambientale, creando un soggetto che permetta di valorizzare tutto ciò, sia dal punto vista della sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sia dal punto di vista economico e sociale. La vera sfida consisterà nell’aggregare più soggetti possibili trovando una sintesi che funzioni”.
In molte zone d’Italia sono nate in questi ultimi anni numerosi Bio-Distretti, ripubblichiamo quello di Bergamo che mette insieme “agricoltura” e “sociale”.
Il Bio-Distretto dell’agricoltura sociale di Bergamo nato nel 2016
A Bergamo il Bio-Distretto di agricoltura biologica e sociale, è il concreto progetto di una serie di crescenti istanze provenienti sia dal mondo dell’agricoltura biologica sia da quello dell’inclusione sociale. Insieme ad aziende e cooperative che lavorano in questi ambiti, anche istituzioni ed enti pubblici si sono uniti per dare il proprio sostegno a questa proposta.
Il Bio-Distretto nasce –scrive InfoSOSostibile– come naturale sviluppo di un percorso non facile, durato anni, alla ricerca di collaborazione e coordinamento tra aziende e cooperative sociali biologiche, che solo negli ultimi mesi è riuscito a concretizzarsi in un’identità condivisa.
«La maturata consapevolezza della propria importanza e funzione sociale, sul terreno della produzione di cibo di qualità e delle politiche di inclusione sociale rivolte alle fasce deboli della popolazione – spiega Diego Forastieri, coordinatore del progetto – ha fatto sì che attorno alla proposta del Bio-Distretto si coagulassero, sin dall’inizio, una ventina di aziende Biosociali, unite dal bisogno di costruire strutture operative capaci di rispondere alle mutate condizioni di mercato e alle esigenze economiche attuali».
Tra le possibili attività del Bio-Distretto rientrano ad esempio la fornitura di servizi in modo coordinato, la promozione e comunicazione congiunta e di qualità, lo sviluppo di una rete di sostegno alle aziende bio-sociali, in pratica un centro servizi per le aziende agricole, in grado ad esempio di reperire risorse, partecipare a bandi o di provvedere all’acquisto di macchinari e strumentazione in condivisione.
Primaria anche l’esigenza di accrescere le possibilità di formazione, anche attraverso convenzioni con il mondo dell’associazionismo bergamasco, nonché la partecipazione comune a gare d’appalto, mense scolastiche e servizi in generale. Auspicato anche il sostegno ai giovani e alle nuove start-up, promuovendo questa sensibilità a partire dal mondo della scuola.
A tal proposito a metà dicembre presso l’Auditorium di Bergamo si terrà la premiazione dei vincitori del concorso rivolto agli studenti di cinque Istituti Superiori, per la progettazione del logo del Bio-Distretto.
La proposta di Agricoltura Sociale Lombardia, promotore del progetto, che ha avuto come partner la Provincia di Bergamo e Aiab Lombardia, ha operato da grimaldello per l’apertura di un percorso che vede nel rapporto tra aziende biosociali, amministrazioni pubbliche e territorio (in tutte le sue espressioni) il perno per la valorizzazione delle risorse locali: dalla filiera del cibo alle produzioni di qualità, insieme alla tessitura di reti di sostegno alle persone svantaggiate e alle fasce deboli della popolazione, quali obiettivi importanti per lo sviluppo di un Welfare di Comunità.
«Ricerchiamo in questo senso la massima sinergia con le reti dell’economia solidale – continua Forastieri – con la finalità di porre al centro il tema dello sviluppo sostenibile, della qualità della vita, della lotta agli sprechi e nello specifico del recupero delle aree incolte magari per sostenere start-up di giovani agricoltori che vogliono misurarsi con le fatiche ma anche con la bellezza vivificante della Terra».