…ma “Piacenza cosa aspetta? “, dichiara Giampietro Comolli, presidente del Comitato della Via Francigena
Nella ultima riunione in streaming con 192 paesi collegati, il Comitato Mondiale e gli sherpa di Unesco a Fuzhou in Cina ha parlato sia del riconoscimento dei portici di Bologna che anche in via informale della Via Francigena Italia inserita nella lista di attesa.
Oggi sono 1135 i riconoscimenti nella World Heritage List, di cui 57 assegnati all’Italia. In una nota condivisa da diversi portali, compreso quelli di Enit Italia, TCI, emerge che oltre il 55% dei riconoscimenti Unesco, puntano sulla conoscenza, cammino, percorribilità dei territori e distretti che li individuano. Altri 100 circa siti sparsi per il mondo “guardano” con attenzione ai luoghi legati a ambiente, natura, Mab. Emerge che si è sviluppata una grande attenzione e si sono aperti molti tavoli di valutazione attorno all’idea di un turismo lento, diffuso fra campagna e città, fra paesaggio culturale e relax, fra assaggi di cibo e vino e visita ai piccoli musei: la pandemia ha stimolato viaggi brevi, prossimali. In altri recenti sondaggi svolti da importanti riviste nazionali e portali, emerge che l’Italia è il paese meno conosciuto dagli italiani in cui la bellezza e l’attrazione di luoghi locali e piccoli si abbina alla assistenza, informazione cultura anche dei social e del digitale a portata di mano.
“Piacenza cosa aspetta? “, dice Giampietro Comolli. “Piacenza può essere un punto di riferimento, una icona nazionale sul tema accoglienza, host-service, paesaggio, borghi, piccole città d’arte…..Come Tratta Piacenza Via Francigena abbiamo coniato lo slogan identitario di slowglocal ®© per definire un modello di turismo delle mete meno note e conosciute. In questo momento può essere un grande vantaggio rispetto alle mete tradizionali del divertimento al chiuso. Piacenza ha il dna per una risposta efficace, senza essere banali, superficiali. Anche gli influencer non hanno più lo smalto pre-covid”.
Oggi la comunicazione serve quando si è giunto a destinazione, quando la meta è già stata decisa e si desidera approfondire alcune tematiche di dettaglio, di tempo libero, di arte, di novità. Mentre è la individuazione e il peso di un brand-leader che fa decidere, occorre una ampia e alta informazione sul luogo di arrivo.
Sempre Comolli: “Bisogna essere capaci di lanciare questo nuovo modello di attrazione turistica per fare in modo che l’ospite….resti, da arrivato, diventi una presenza almeno per 36 ore, con un pernotto. E su questo Piacenza ha molto da crescere, da sviluppare, da puntare. E’ troppo ampio il divario dei numeri fra arrivi in provincia e presenze, già visto negli anni di crisi del 2014-2016, rivisto anche se leggermente in crescita nel 2019, poi nuovamente crollato nel 2020”.
“Un altro fattore che salta fuori“, dice Comolli “attraverso un sondaggio-indagine svolto dal Cento Studi Aikal di Venezia-Mestre, di cui Comolli è presidente del comitato tecnico scientifico, “è quello di una riduzione delle mete di viaggio prossimali e non indirizzate alla eccezionalità del luogo o alla esperienza assoluta e diversa anche nel campo enogastronomico non solo turistico. C’è un incremento di mete selezionate per “motivazione”, semplicità, autonomia, alti servizi alla persona, arredo pubblico efficiente, assistenza, ordine, pulizia, igiene, salute e salubrità”.
Estate 2021, all’insegna di gite in vicinanza prossimità, il cammino slow
Giampietro Comolli, presidente del Comitato della Via Francigena: Piacenza un esempio in tutta la Regione Emilia Romagna leggere su Gustoh24.