Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è stato ribattezzato dalle associazioni ambientaliste “ministro della finzione ecologica“. Il motivo?
In poche settimane è stato dato il via libera ad almeno sette autorizzazioni per la realizzazione di pozzi estrattivi di gas e petrolio nel mediterraneo e in tutta la Penisola. Per fare solo alcuni esempi, tre concessioni di Eni e due di Siam srl, solo in Emilia Romagna.
“Queste nuove autorizzazioni non vanno proprio bene seppure riferite a procedimenti in corso da anni -hanno dichiarato Greenpeace, Legambiente e Wwf. Ora più che mai ci attendiamo misure e atti concreti per una emancipazione definitiva dalle fonti fossili, dotandoci da subito di una exit strategy dalle trivellazioni, per una svolta davvero verde“.
Ma se da una parte è arrivata la risposta del pentastellato, Davide Crippa, che ha parlato di evitare “strumentalizzazioni” perchè le scelte non sono di questo governo e il M5S rimane sul No alle trivelle e presto “impegneremo il governo con una nostra mozione sulla transizione ecologica nel settore dell’energia”, dall’altra è arrivata una durissima presa di posizione dell’associazione ambientalista Vas – Verdi Ambiente & Società.
Il presidente di Vas, Stefano Zuppello: “fermiamo le autorizzazioni per i nuovi pozzi di idrocarburi”
“Non è stata certo una buona notizia – dichiara il presidente di Verdi Ambiente e Società Stefano Zuppello – quella delle sette nuove autorizzazioni che il ministro Cingolani ha rilasciato per 11 nuovi pozzi per idrocarburi nel nostro mare. E non possiamo tranquillizzarci se queste autorizzazioni sono riferite a procedimenti in corso da anni e quindi non potevano rientrare nella moratoria. Se il pericolo è quello che la moratoria potrebbe essere aggirata in questo modo chiediamo che venga al più presto approvato il nuovo il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai) per poter fermare altre autorizzazioni in itinere. Intanto facciamo appello al ministro Cingolani di fermare queste nuove autorizzazioni. Non è certamente la strada giusta quella di continuare le estrazioni di gas e petrolio, se si vuole combattere inquinamento e cambiamenti climatici. Se si vuole davvero rispettare gli impegni presi della riduzione delle emissioni si deve puntare sulle fonti di energia pulite e rinnovabili e finirla di premiare gli inquinatori. Ci auguriamo che il PNRR colga davvero l’occasione per una reale transizione ecologica.
Per questo voglio ricordare – termina Zuppello – che oggi a Roma e in tante altre città del paese si stanno svolgendo iniziative organizzate dalla Società della Cura per denunciare il pericolo che venga interrotto il percorso di partecipazione della società civile e il coinvolgimento reale del Parlamento sul nuovo PNRR che sta redigendo il Governo Draghi e per chiedere che i miliardi di euro destinati all’Italia servano per determinare un nuovo tipo di sviluppo che investa su giustizia climatica, giustizia sociale e giustizia di genere”.