A Roma il 1° evento dedicato al prodotto simbolo del made in Italy 

Palazzo Brancaccio, a Roma, ospiterà venerdì 18 ottobre, il “World Durum and Pasta Forum 2024”, il primo evento in Italia interamente dedicato al settore del grano duro e della pasta, simboli della cultura e della gastronomia italiana, riconosciuti in tutto il mondo. La manifestazione riunirà l’intera filiera della produzione di pasta, dai principali pastifici e molini ai trader e stoccatori di livello nazionale e globale, insieme a economisti e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di discutere innovazioni, sfide e opportunità dell’industria agroalimentare.
Durante il Forum, i partecipanti potranno esplorare le ultime tendenze nel mercato del grano duro e conoscere approfondimenti sulla produzione globale, nuove ricerche sulla coltivazione strategica per l’Italia e le più recenti abitudini di consumo. Saranno anche presentati scenari e analisi dei principali mercati esteri, con un focus particolare su Nord America, Turchia, Kazakistan e altre regioni d’Europa. Verranno inoltre affrontati temi centrali per il futuro del settore, come la sostenibilità della filiera, gli impatti del cambiamento climatico sulle colture e le tecnologie innovative per migliorare la resa e ridurre l’impronta ecologica.

I panel, moderati dal giornalista Claudio Calì, vedranno la partecipazione di oltre 300 delegati accreditati e offriranno l’occasione di condividere dati recenti sulla domanda globale di pasta, che ha superato i 16 milioni di tonnellate annue, e prospettive di sviluppo per il settore. L’Italia, principale produttore europeo di grano duro con oltre 1,3 milioni di ettari coltivati, contribuisce con circa il 25% del frumento utilizzato nella produzione mondiale di pasta, un settore che genera un valore economico di oltre 5 miliardi di euro l’anno e sostiene migliaia di posti di lavoro.

Lo Show cooking dello chef Alessandro Circiello, opinion leader della sana cucina e alimentazione

Lo chef Alessandro Circiello

Non solo focus e tavole rotonde, ma anche lo show cooking di Alessandro Circiello: lo chef, opinion leader della sana cucina e alimentazione, che si cimenterà nella preparazione di alcuni piatti tipici regionali del Bel Paese, ricordando i benefici e le proprietà nutrizionali del grano e della dieta mediterranea, dando vita ad un’esperienza gastronomica da ricordare per tutti i presenti al World Durum and Pasta Forum.
Il World Durum and Pasta Forum si preannuncia come un appuntamento annuale fondamentale per tutti gli operatori mondiali della filiera del grano duro e della pasta, rafforzando l’immagine dell’Italia come leader nel settore agroalimentare e promuovendo l’eccellenza del made in Italy nel contesto internazionale.

Nasce il pane Slow

Il Manifesto del pane  di Slow Food Italia

Ponte di pace tra i popoli e prospettiva di accesso a un cibo buono, pulito, giusto e sano

Slow Food Italia celebra le Giornate mondiali dell’Alimentazione e del Pane 2024 con il Manifesto del pane Slow, cibo di base quotidiano che rappresenta identità culturale e, al contempo, condivisione, solidarietà, scambio tra le comunità. Una sorta di ponte di pace tra i popoli.

Eppure il pane è anche uno dei cibi più sviliti: farcito di additivi, ultra-processato, congelato, precotto, imbustato e distribuito su larghissima scala. I grani con cui si produce, spesso, affrontano viaggi transoceanici, sono coltivati utilizzando grandi quantità di chimica in campo (in Canada, ad esempio, uno dei principali paesi fornitori), e sono oggetto di speculazioni da parte di multinazionali e gruppi finanziari.

Ma c’è un’altra storia che Slow Food vuole raccontare, quella del pane come strumento fondamentale per rivitalizzare le aree interne e diffondere pratiche agroecologiche, l’unica prospettiva di futuro capace di garantire a tutti un accesso a cibo buono, pulito, giusto e sano.

Un pane per il diritto al cibo 

«La grande sfida di garantire il diritto al cibo per una vita e un futuro migliori, come indica la Fao in questa Giornata mondiale, per noi parte dal modo in cui gli alimenti sono prodotti, trasformati e distribuiti, anche il pane. C’è un cibo che fa male, frutto di un sistema preciso, dove spreco, sfruttamento e fame sono elementi necessari, l’altra faccia del consumo e del profitto. E poi c’è un cibo che fa bene alle persone e ai territori, fatto di storia, cultura, convivialità, piacere. Il Manifesto del pane Slow ha l’obiettivo diriunire contadine e mugnai, fornai e pastaie, ma anche cuochi, tecnici e istituzioni che in esso si riconoscono e lavorano per coinvolgere una comunità sempre più ampia di cittadini. Nelle aree interne, in particolare, i grani tradizionali prodotti con pratiche agroecologiche possono rappresentare una leva di sviluppo importante» sottolinea Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia.

 Su quali principi si fonda il pane Slow 

Qualità del prodotto: il pane Slow è realizzato con pasta acida lievitata – evitando l’uso di agenti lievitanti chimici – acqua e farine integrali o semi-integrali, per un prodotto genuino che conservi tutte le proprietà nutrizionali e i sapori autentici.

Agroecologia: promuoviamo metodi di coltivazione e gestione dei terreni che rispettino l’ambiente e favoriscano la biodiversità, impiegando grani tradizionali locali che arricchiscono il patrimonio agricolo.

Giusta remunerazione: crediamo nella valorizzazione del lavoro di tutti gli attori della filiera, agricoltori, mugnai, panettieri. È essenziale garantire loro la giusta remunerazione, riconoscendo l’impegno e la passione di chi produce il nostro pane.

Un patrimonio da trasmettere: il pane Slow ha la missione di tramandare l’arte della panificazione locale alle nuove generazioni. Vogliamo far conoscere le forme, i colori e i profumi che raccontano storie e tradizioni di un’arte antica e preziosa, ma anche le molte ricette regionali che hanno il pane come ingrediente, soluzioni semplici, economiche ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale, che vanno nella direzione di una cucina senza spreco.

Una ricchezza da condividere: promuoviamo lo scambio di lieviti e la condivisione di conoscenze tra i diversi componenti della rete, creando una comunità di appassionati che valorizza il pane come simbolo di identità culturale, di socialità e di sostenibilità.

Una storia fatta di grani 

Il Manifesto del pane Slow è il frutto di un percorso importante dell’Associazione: «Era il 2016 quando, con la prima edizione di Sementia, a Benevento, Slow Food cominciava a mettere a punto i principi di una rete nata dal basso che valorizzasse i grani tradizionali locali, rafforzasse le filiere e con esse i territori, le culture e le professionalità – ricorda Mimmo Pontillo, referente della Rete Slow Grains – Oggi la rete conta oltre 150 aziende che in tutta Italia producono, trasformano e offrono prodotti a base di grani che fanno bene ai territori, alle comunità, alla salute di chi li produce e di chi li mangia». 

La rete Slow Grains si è appena riunita a Terra Madre per fare il punto sulle crisi del settore e discutere insieme di possibili soluzioni. Il prossimo appuntamento sarà a Benevento, il 26 e 27 ottobre, con la sesta edizione di Sementia, organizzata da Slow Food Campania.

I progetti a tutela della Biodiversità