Chiude anche Slow Fish 2021 con un appello:  è urgente approvare la legge SalvaMare

Il prossimo appuntamento con gli eventi di Slow Food è dal 17 al 20 settembre a Bra per Cheese.

Slow Food guarda al futuro e chiude il X Congresso nazionale dell’associazione, che ha riunito a Genova 750 delegati, presenti fisicamente o collegati via web. 

La sfida di un destino comune è il fil rouge che ha guidato gli interventi, le discussioni e l’elezione del nuovo Consiglio direttivo, l’organo di governo  che traccerà il cammino della Chiocciola nei prossimi quattro anni.

«Il nostro è prima di tutto un gruppo di lavoro che farà dell’unione, del senso di appartenenza, dell’essere comunità la propria forza. Un gruppo di donne e uomini, ognuno con il proprio percorso di vita, che ha fatto tesoro delle riflessioni scaturite da  un momento di grave difficoltà e incertezza: per noi, le nostre famiglie, per l’Associazione e per l’umanità intera», dichiara il nuovo Consiglio direttivo.

«Non abbiamo uno slogan e abbiamo scelto di mettere i nostri valori a garanzia del nostro impegno. Valori come l’equità, la giustizia sociale e i diritti degli ultimi, la difesa dei beni comuni. Valori primari che nascono dai temi condivisi e costruiti in anni di attivismo. Sappiamo che non possiamo rimanere soli, al contrario dovremo stabilire relazioni, costruire ponti, creare partecipazione e dare valore all’interdipendenza, per moltiplicare la forza delle nostre azioni ed essere pronti ad affrontare le sfide attuali. Non facciamo politica: siamo politica, perché siamo convinti che le azioni ispirate dal sentimento siano l’unica speranza per il nostro futuro».

Il nuovo Consiglio direttivo

A partire da oggi fanno parte del Consiglio direttivo di Slow Food Italia la siciliana Roberta Billitteri, produttrice e presidente dell’Associazione dei Produttori del Presidio del fagiolo badda di Polizzi Generosa; il campano Giacomo Miola, presidente di Metafarm Social Food Lab, organizzazione culturale che si occupa della valorizzazione del patrimonio gastronomico e la comunità locale; la toscana Barbara Nappini, fondatrice dell’associazione Il Grano e le Rose, che organizza attività con lo sguardo rivolto a uno stile di vita sostenibile e responsabile; il lombardo Raoul Tiraboschi, avvocato civilista che si occupa dell’inserimento di persone in svantaggio sociale nella produzione e commercializzazione di verdura biologica; l’umbro Federico Varazi, coordinatore di un gruppo di ricerca della Sezione di storia delle Geoscienze della Società Geologica Italiana e altri progetti di divulgazione scientifica.

Barbara Nappini presiederà il consiglio direttivo, agli altri quattro componenti il titolo di vicepresidente.

Molti i temi sollevati dai delegati durante la discussione e adottati dal Congresso. Tra questi, l’impegno a rivalutare e migliorare la qualità del cibo nelle mense scolastiche sostenendo le produzioni locali e tutelando così la biodiversità, proposto da Slow Food Scandicci e Slow Food Toscana, e la proposta di continuare a sostenere con impegno  la Campagna nazionale per l’approvazione della Legge sull’agricoltura contadina, proposta da Slow Food Campania.

Slow Food sul territorio

296 Condotte (i gruppi locali di Slow Food)

250 Comunità Slow Food

16 Associazioni regionali

344 Presìdi Slow Food

1077 prodotti censiti sull’Arca del Gusto

39 Mercati della Terra

451 Orti in Condotta

20 mila soci attivi che, insieme a 100 mila volontari e attivisti, con impegno, passione e continuità portano avanti i valori dell’associazione.

Il messaggio politico di Slow Fish 2021

Il Mediterraneo affoga sommerso dai rifiuti, i pescatori (che trovano sempre meno pesci) potrebbero e vorrebbero fare la loro parte ma non possono, perché i rifiuti pescati accidentalmente o generati dall’attività di pesca sono considerati “speciali” e soggetti a una procedura di raccolta e trattamento complessa e onerosa che scoraggerebbe chiunque.

Ed è proprio questo l’appello che lancia Slow Food nel giorno di chiusura della decima edizione di Slow Fish, la manifestazione che fino a oggi, domenica 4 luglio, ha animato quattro piazze del centro di Genova. «Urge una soluzione immediata al problema e potrebbe essere la tanto attesa Legge SalvaMare, che prevede la possibilità di conferire i rifiuti accidentalmente pescati in mare e i rifiuti volontariamente raccolti in ambiente marino in apposite strutture di raccolta, anche temporanee, allestite in prossimità degli ormeggi» dichiara Marco Dadamo, biologo marino ed esponente dell’advisory board di Slow Fish. «Gli operatori della piccola pesca, che danno un importante contributo alla sostenibilità del mare, devono essere messi nelle condizioni di poter svolgere il loro già difficile lavoro senza correre il rischio di essere soffocati dai costi e dalla burocrazia. È importante che la nostra classe politica prenda consapevolezza del ruolo strategico della piccola pesca in Italia, in termini di lavoro e ambiente, ma anche per gli aspetti legati alla cultura e alle tradizioni» continua Dadamo.  

Una legge che andrebbe nella direzione della direttiva Ue 2018/85 che intende agevolare gli strumenti per fermare la dispersione dei rifiuti nell’ambiente marino contribuendo al conseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, prevenendo e riducendo in misura significativa, entro il 2025, l’inquinamento marino di tutti i tipi.

Il prossimo appuntamento con gli eventi di Slow Food è dal 17 al 20 settembre a Bra per Cheese.