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Un dichiarazione del sottosegretario Mipaaf, Gian Marco Centinaio

Ecco le carte, la pistola fumante di cui parlo da giorni, che riteniamo bloccheranno per sempre le ambizioni di riconoscimento europeo del Prosek avanzate dalla Croazia. Sono tavole, documenti, e riferimenti storici rinvenuti grazie al lavoro della task force messa in campo dal Veneto. Una storia che parte dal lontano 1382 e che mai ha in realtà interessato il territorio croato”. Lo svela oggi il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, annunciando che il tutto sarà coordinato e valutato al Tavolo specifico che si terrà il 2 novembre a Venezia.

Centinaio: riunione a Venezia per tutelare la Dop Prosecco

A questo riguardo il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Gian Marco Centinaio, annuncia che alla riunione di Venezia “hanno già assicurato la partecipazione tutti i soggetti istituzionali ed economici interessati alla tutela della DOP Prosecco che costituisce un’eccellenza italiana, segno di identità territoriale e di distintività a livello mondiale. C’è assoluta identità di vedute tra Ministero, rappresentanti delle due Regioni interessate, dei tre Consorzi e delle associazioni professionali e vitivinicole”, conclude il sottosegretario Centinaio.

Zaia: “la storia parte dal 1382”

Ritornando alla dichiarazione di Zaia che afferma: “L’intera, corposa documentazione, è già nella disponibilità del Ministero. Le prime citazioni del termine “Prosecco”, con riferimento al vino di cui alla relativa DOP risalgono al XIV secolo. In particolare, al 20 settembre 1382 quando la città di Trieste ha siglato un accordo tale per cui – entrando nei domini del sovrano austriaco – si impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria.

La dicitura Prosecco ha poi continuato ad essere estensivamente usata nei secoli per indicare lo specifico vino, proveniente dai territori del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e tale legame storico costituisce, tra l’altro, il fondamento del riconoscimento della DOC Prosecco di cui al Decreto del 17 luglio 2009 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di allora, che era proprio Luca Zaia.

A tale ultimo riguardo, nelle riprodotte incisioni di rame risalenti rispettivamente al 1585 ed al 1590, la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico. Invece, la riprodotta carta geografica dell’area friulana, risalente al 1770, anch’essa incisa su rame, e stampata per conto del Governo veneziano, impiega, ordinariamente, la denominazione italiana ‘Prosecco’. Il che, secondo il Veneto, conferma non solo l’omonimia/identità tra i nomi Prosecco e Prosek, ma attesta la risalenza storica del collegamento tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino ‘Prosecco’, oggi tutelato con DO. È, dunque solo a quest’area geografica, del tutto estranea al territorio croato, che può essere ricollegata la storicità della denominazione ‘Prosecco/Proseck’.

De Meo (FI): “il buon cibo è sotto attacco”

Sullo stesso tema, nei giorni scorsi è intervenuto anche Salvatore De Meo, Eurodeputato del PPE – Forza Italia, con una nota stampa in difesa del modello alimentare della “Dieta mediterranea e delle molte eccellenze del “Made in Italy”. Oltre a dare un giudizio negativo sul  Nutri-score, “al quale noi europarlamentari italiani ci stiamo opponendo con tutte le forze perché penalizza molti prodotti agroalimentari del Made in Italy” l’eurodeputato De Meo affronta il problema Prosec e Prosecco dichiarando inaccettabile “la recente .proposta presentata dalla Croazia di ottenere il riconoscimento della menzione “tradizionale” sul vino Prošek, nome immediatamente riconducibile al Prosecco italiano già riconosciuto dall’Europa stessa tra le DOP”.